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la vicenda a marzo 2008 a Basiglio. «nostro figlio e' distrutto, non esce piu'»

Bambini tolti ai genitori per un disegno
A giudizio la preside e due maestre

A processo anche una assistente sociale e uno psicologo: Le accuse: falsa testimonianza e lesioni colpose

MILANO - Per la vicenda dei due fratellini di Basiglio (Milano) che vennero tolti ai loro genitori a causa di un disegno osé trovato a scuola, sono stati rinviati a giudizio una preside, due maestre, uno psicologo e una assistente sociale. Lo ha deciso il Gup di Milano, Maria Grazia Domanico, accogliendo la richiesta formulata dal pm di Milano Marco Ghezzi nel corso dell'udienza preliminare. Il 14 marzo del 2008 i due fratelli, una bambina di 9 anni e un ragazzino di 13, vennero allontanati dalla famiglia da parte dei servizi sociali, perché sotto il banco di scuola della piccola era stato trovato un disegno osé, che poi però risultò realizzato da un'altra alunna. I due trascorsero ben 69 giorni in una casa d'accoglienza, prima di poter riabbracciare i loro genitori.

LE ACCUSE - La preside della scuola elementare di Basiglio deve rispondere assieme alle due maestre di falsa testimonianza, perché non avrebbe detto subito davanti ai magistrati che il disegno era stato realizzato da un'altra bambina. La direttrice scolastica inoltre è accusata di falso ideologico per una relazione che scrisse nell'immediatezza dei fatti e che inviò ai servizi sociali pur sapendo, secondo l'accusa, che l'autrice del disegno non era la piccola di 9 anni. L'assistente sociale e lo psicologo, invece, sono accusati di lesioni colpose nei confronti del fratello della bambina, poiché avrebbero fatto pressioni su di lui affinché confermasse i sospetti riguardo al disegno. Davanti al gup sono stati citati come responsabili civili anche il Comune di Basiglio e il ministero dell'Istruzione.

«NOSTRO FIGLIO NON ESCE PIU'» - «Ci aspettavamo che la giustizia facesse il suo corso - hanno commentato i genitori dei bambini, fuori dall'aula - nostro figlio più grande è distrutto, non esce più di casa, mentre prima era un ragazzo pieno di vitalità che giocava a calcio quasi a livello professionistico. Ora sta tutto il giorno su una poltrona». «Le maestre non ci hanno mai chiesto scusa per quanto successo - hanno proseguito - ora ci aspettiamo giustizia e che ci spieghino perché si sono accaniti sui nostri due bambini».

Redazione online
07 maggio 2010© RIPRODUZIONE RISERVATA

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