Sesto, i bambini della Marzabotto al Centro Sociale Baldina? Risponde l’assessore Pizzochera

Roberta Pizzochera, assessore ai Servizi Sociali Roberta Pizzochera, assessore ai Servizi Sociali

Continua a tenere banco a Sesto San Giovanni la situazione che riguarda la scuola dell’infanzia Marzabotto, dove una parte dell’istituto è risultata inagibile a fine giugno a seguito di indagini strutturali sull’edificio.

«Nell’immediato – spiegano dal Centro Sociale Baldina – è stata individuata una soluzione temporanea che è andata a collocare le tre classi della materna e i bambini della primaria, che stavano frequentando la scuola estiva, all’interno dei plessi agibili dell’Istituto Comprensivo Marzabotto. Per l’inizio del nuovo anno scolastico, l’amministrazione comunale sta organizzando la ricollocazione delle diverse classi in altri spazi disponibili, dal momento che i lavori di messa in sicurezza della scuola Marzabotto dureranno presumibilmente svariati anni. In particolare, le classi della scuola primaria confluiranno all’interno della scuola media Calamandrei dove sono già iniziati i lavori di adeguamento degli spazi. Per le tre sezioni della scuola materna il percorso appare invece più accidentato: l’amministrazione avrebbe intenzione di inserirle temporaneamente nella sede principale dell’infanzia Savona, utilizzando alcune aule oggi dedicate ai laboratori, cercando però, nel medio termine, una diversa soluzione nel territorio per almeno due classi».

Dal Centro Sociale Baldina proseguono: «Nella riunione del Consiglio d’Istituto dell’istituto comprensivo Marzabotto del 1° luglio scorso, la dirigente scolastica ha dichiarato che lo spazio individuato dall’amministrazione comunale potrebbe essere il Centro Sociale Baldina, dove dovrebbero essere effettuati, durante l’autunno, dei lavori di messa a norma e adeguamento degli spazi per poter accogliere i bambini a gennaio 2022. Affermazioni né smentite né confermate dall’assessora all’Educazione e all’Associazionismo Roberta Pizzochera, che in occasione dell’incontro tenutosi il 5 luglio tra l’amministrazione comunale, il Comitato Genitori e la direzione dell’Istituto Comprensivo Marzabotto, l’ha definito semplice ‘chiacchiericcio’»..

«Come Centro Sociale Baldina saremmo felici di contribuire a trovare una soluzione al problema gravoso e urgente che riguarda la scuola del quartiere – aggiungono dal Centro Sociale Baldina -. Riteniamo altresì che, nel caso in cui le dichiarazioni della Dirigente Scolastica dovessero rivelarsi fondate, la scelta del Centro Sociale Baldina sia quanto meno inopportuna in ordine a diversi motivi. In particolare, per fattori di carattere economico, di tempistiche inadeguate e di impatto sociale sul territorio. Lo stabile di via Forlì, sede del Centro Baldina da 26 anni, è una struttura non accatastata che risale ai primi anni ‘70. Una struttura che negli anni è stata manutenuta e curata dagli stessi soci e risulta adeguata alle attività sociali organizzate dal Centro Baldina per gli adulti e i bambini accompagnati. Al contrario, per poter essere utilizzata in sicurezza da bambini molto piccoli e poter soddisfare le loro esigenze di apprendimento, gioco, ricreazione, sonno e servizi igienici, richiederebbe un rifacimento profondo e radicale. Anche il bel giardino e gli orti che abbiamo finora mantenuto e curato richiederebbero un intervento di sistemazione più profonda per poter essere utilizzati e goduti in autonomia da bambini della scuola dell’infanzia».

A rispondere al Centro Sociale Baldina, interpellata dal Gazzettino Metropolitano, è stata direttamente l’assessore all’Educazione Roberta Pizzochera: «La priorità dell’amministrazione comunale è rivolta ai bambini 3-6 anni per garantire loro il diritto allo studio e alla socializzazione. L’amministrazione con questo obiettivo sta valutando diverse soluzioni che riguardano stabili comunali nel quartiere interessato. Sarà l’amministrazione a fare il bilancio tra opportunità e limiti per il bene della collettività e non per interessi particolari. In ogni caso, non comprendo le reticenze verso una riqualificazione di uno stabile di proprietà comunale che rimane e permane un bene per la collettività. Nei prossimi giorni l’amministrazione ha previsto diversi sopralluoghi tra cui anche nello stabile di via Forlì. Ricordo che le valutazioni del caso, seppur condivise con tutti i soggetti coinvolti, rimangono in capo all’amministrazione che attraverso tecnici e uffici saprà optare per la migliore scelta il cui principale criterio il bene delle famiglie e dei bambini».